Menhir Pranu Iscalas

Pranu sa Siliqua - Costa Rei

L’area archeologica di Pranu Iscalas si trova nel territorio del Comune di Muravera (CA), all'estremità orientale dell'altipiano di Pranu Sa Siliqua, da cui si domina la piana di Piscina Rei. Il sito comprende il nuraghe Iscalas e strutture murarie di epoca romana, che in parte riutilizzano antichi menhir preistorici.

«Il complesso megalitico, costituito da menhirs, dista circa m. 200 dalla sommità del rilievo roccioso su cui è impiantato il protonuraghe denominato "Piscina Scalas".
I menhirs sono complessivamente 43, disposti in allineamenti ed aggregati di 3-4-5 elementi, infissi profondamente nel terreno nella posizione orthostatica originale.
[...] Questo complesso megalitico, praticamente integro, è stato studiato, unitamente a quello di "Cuili Piras", mediante l'impiego di un elaboratore elettronico e di una procedura meccanografica appositamente predisposta. [...] Con questo sistema al termine delle elaborazioni, ottenuta una lista in cui, giorno dopo giorno, sono stati registrati dal calcolatore gli allineamenti di menhirs che hanno analogia con le posizioni originate dal Sole e dalla Luna, è stata verificata concretamente e quindi provata la possibilità di utilizzare il sistema di menhirs con funzione di calendario di pietre per l'individuazione dei cicli stagionali.»

Roberto Ledda

dal libro "Censimento archeologico nel territorio del comune di Muravera"

La struttura

Nell’area sono presenti diversi elementi litici infissi verticalmente nel terreno, con un'altezza compresa tra 1 e 2 metri e una larghezza di circa 60-70 cm.
Scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza tra il 2007 e il 2008 hanno dimostrato che si tratta di elementi strutturali appartenenti a murature realizzate con la tecnica del "telaio", attestata in Sardegna a partire dall’età fenicio-punica.

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Materiale di costruzione

Diffusa nell'Africa settentrionale e in Sardegna, questa tecnica edilizia prevedeva l'impiego di grossi blocchi di pietra, lavorati o semilavorati, utilizzati come pilastri per realizzare i muri degli edifici. Questi elementi strutturali formavano un telaio, successivamente completato con un riempimento di pietre più piccole e di forma irregolare, spesso legate con terra o malta.

Le strutture individuate, organizzate in ambienti quadrangolari comunicanti, sono state datate all’età romana imperiale grazie al ritrovamento di reperti archeologici. Le ricognizioni di superficie hanno inoltre portato alla luce manufatti in ossidiana e frammenti ceramici appartenenti a diverse epoche, che indicano una frequentazione dell’area a partire dal Neolitico Finale (3200-2800 a.C., cultura di San Michele di Ozieri). Il sito è stato poi occupato in età nuragica (XVI-X secolo a.C.), nel periodo punico (525-238 a.C.) e in età romana (dal 238 a.C.).

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